I villaggi inglesi: Storia e curiosità
- Laura Mattei
- 16 gen
- Tempo di lettura: 10 min

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I villaggi sono il cuore pulsante della campagna inglese e hanno un ruolo centrale nella storia, nella cultura e nell'identità nazionale del Regno Unito.
Chiunque ha letto uno dei grandi classici della letteratura britannica ambientati nell’Inghilterra rurale o ha visto una serie televisiva di successo come Downton Abbey o l’Ispettore Barnaby, ha sicuramente in mente questo archetipo inconfondibile fatto di piccoli cottage col tetto di paglia, stradine acciottolate, antiche chiese gotiche col campanile a spirale e vecchi pub di campagna dal nome stravagante come Fox & Hounds (la Volpe e i Segugi), Rose & Crown (la Rosa e la Corona) o White Swan (il Cigno Bianco).
Questa immagine così iconica dei villaggi inglesi rappresenta una reliquia di un’epoca lontana miracolosamente sopravvissuta alle sfide della modernità e, al tempo stesso, il cuore pulsante di uno stile di vita tradizionale orgogliosamente difeso da milioni di inglesi che nei villaggi continuano a vivere o ambiscono a trasferirsi.
Se non si vive nel Regno Unito (e nel Regno Unito fuori da Londra) è difficile comprendere la presa che i villaggi continuano ad avere sull’immaginario collettivo britannico e si è istintivamente portati a chiedersi cosa ci sia di tanto speciale in questi piccoli insediamenti rurali.
Me lo chiedevo anch’io finché, qualche anno fa, mi sono trasferita a vivere proprio in un villaggio della campagna inglese. Uno di quei posti incantati in cui il tempo sembra essersi fermato e che qui nel Regno Unito viene solitamente definito ‘quintessentially English’, cioè inglese per antonomasia. E lì, mi si è letteralmente aperto un mondo.
Cominciamo col dare una risposta alla domanda fondamentale: cosa s'intende in Inghilterra col termine ‘villaggio’?

Cos’è un villaggio in Inghilterra?
Secondo il dizionario di lingua inglese di Oxford
un villaggio è un gruppo di case situate in una zona rurale, più grande di un borgo (hamlet), ma più piccolo di una cittadina (town).
Detta così, sembra una definizione un po’ generica, ma, in realtà, racchiude in sé molti degli elementi fondamentali che definiscono il concetto di villaggio in UK.
Quali sono allora gli elementi costitutivi di un tipico villaggio inglese?
Per essere considerato un ‘villaggio’, un nucleo abitativo in Inghilterra deve essere localizzato in una zona prettamente rurale e chiaramente separato da altri insediamenti residenziali. Deve avere almeno una chiesa, o parish church (parrocchia), un pub, possibilmente un village green, cioè uno spazio verde pubblico gestito dalla comunità locale e una village hall, la sala polivalente che funge da luogo d’incontro per la comunità locale.

In molti villaggi ci sono anche altri servizi come, ad esempio, l’ufficio postale, la bottega di paese e una tea room (che sono spesso unite), una scuola primaria o elementare, il campo da cricket e, in alcuni casi, un secondo pub; ma
senza la chiesa, il pub, la village hall e il village green, un villaggio inglese non può veramente essere definito tale.
In mancanza di questi elementi fondamentali, un insedimaento rurale in Inghilterra viene identificato con il termine hamlet, cioè un gruppo di case senza una vera identità solitamente collegato a un vicino villaggio o a una cittadina.

Soprattutto, i villaggi inglesi sono caratterizzati da un forte senso di comunità e appartenenza.
Il senso di comunità nei villaggi si manifesta in tanti momenti di vita condivisa e spesso ruota attorno a due pilastri fondamentali: il pub, o local in gergo, che di ogni villaggio rappresenta il cuore vivo e pulsante e la parish church (parrocchia), in cui vengono organizzate una miriade di attività collettive, non necessariamente religiose – recite, concerti, esposizioni floreali e d’arte etc.
Un senso di comunità e appartenenza che purtroppo è andato perso nelle città e che contribuisce a rendere i villaggi inglesi luoghi speciali in cui vivere.

Ma quali sono le origini storiche dei villaggi inglesi e, soprattutto, come hanno acquisito questa loro identità così distinta?
Un po’ di storia...
L’Inghilterra deve lo sviluppo dei villaggi così come li intendiamo oggi agli Anglo-Sassoni.
Gli Anglo e i Sassoni erano popolazioni germaniche che iniziarono a colonizzare la Britannia nel quarto secolo dopo Cristo in parallelo al progressivo abbandono dell’isola da parte dei Romani, completatosi nel 410 DC.
L’origine anglosassone è sostenuta da due dei libri più interessanti sulla storia dei villaggi inglesi, ‘The English Village: History and Traditions’ (Il Villaggio Inglese: Storia e Tradizioni) di Martin Wainwright e ‘England’s Villages’ (I Villaggi dell’Inghilterra) di Ben Robinson.
Ben Robinson identifica nei ‘burhs’ (o burghs, o burgs), cioè negli insediamenti fortificati costruiti in tutta l’Inghilterra dagli Angli e dai Sassoni per difendersi dai continui raid dei Danesi (cioè dei vichinghi), la prima forma di cambiamento strutturale del modello di organizzazione sociale fino ad allora incentrato su fattorie sparse e disconnesse l’una dall’altra. Questi insediamenti sono i precursori dei villaggi inglesi odierni.
Il modello imperniato sui villaggi rimase inalterato anche dopo la presa del potere da parte dei Normanni nel 1066, in quella che fu l’ultima, grande invasione militare dell’isola.
L’unica differenza col periodo anglosassone fu l’identità del Lord of the Manor, cioè del signore locale che esercitava un potere quasi assoluto sui villaggi e i territori posti sotto il suo dominio. Il nuovo re, Guglielmo il Conquistatore, impose infatti un trasferimento traumatico delle signorie locali ai nuovi nobili venuti dal nord della Francia, i quali spesso imposero la loro supremazia con il pugno di ferro.

Il modello di organizzazione della società inglese centrato sui villaggi continuò senza sostanziali cambiamenti nel Medioevo.
Il suo successo fu probabilmente dovuto alla possibilità di far convivere contadini e artigiani, essenziali per lo sviluppo di una società più sofisticata (fabbri, falegnami, mugnai, tintori, tessitori, produttori di birra, calzolai ecc) in insediamenti controllabili dal signore locale con pochi uomini armati. Gli artigiani vendevano i loro servizi agli abitanti del villaggio e, con le loro tasse, che si aggiungevano ai proventi della coltivazione della terra e dell'esportanzione della lana (l'oro inglese nel Medioevo) contribuivano a mantenere il signore locale. Quest’ultimo, a sua volta, garantiva protezione armata a tutta la comunità.
Questo modello si rivelò nel complesso vincente perché garantiva un minimo di sicurezza e di equilibrio sociale in un’epoca contraddistinta dalla mancanza di un forte potere centrale e da continue minacce di violenze e saccheggi.

La Rivoluzione Industriale pose la prima, vera sfida al modello secolare di organizzazione della società inglese basato sui villaggi.
Questa sfida prese la forma delle famigerate 'enclosures’ (chiusure).
A partire dal sedicesimo secolo, la campagna inglese fu investita da un’ondata di progressiva concentrazione della terra nelle mani della nobiltà e della 'landed gentry’, o gentry, cioè la nuova borghesia terriera.
Nell'ambito di questo processo, i nuovi latifondisti iniziarono anche a recintare appezzamenti di terra fino ad allora aperti alla coltivazione e al pascolo delle greggi da parte della popolazione, cancellando in questo modo diritti di accesso secolari che erano alla base del modello tradizionale del villaggio.
Le ragioni di questo fenomeno epocale sono fondamentalmente due: l'ovvio desiderio delle classi dominanti di arricchirsi ulteriormente da un lato, ma anche la necessità di aumentare in modo esponenziale la produzione agricola per sfamare la crescente popolazione delle città industriali che aveva abbandonato in massa il lavoro nei campi. Quest'ultimo obiettivo era impossibile da ottenere col tradizionale modello basato su piccoli appezzamenti di terra gestiti da singoli contadini o ristrette comunità locali, ma diventava realizzabile in grandi latifondi che potevano anche contare sui nuovi mezzi di coltivazione meccanici introdotti dalla rivoluzione scientifica e industriale.
Le enclosures, la meccanizzazione della produzione agricola, le grandi bonifiche e lo scavo dei canali navigabili ch ancora oggi solcano l'Inghilterra, vennero introdotti in modo forzato dal Parlamento inglese tra il 1600 e il 1800 con oltre 5000 atti legislativi. Questi atti produssero uno stravolgimento del tradizionale modello di organizzazione sociale centrato attorno al villaggio, oltre a generare violente ribellioni popolari spesso soffocate nel sangue.
Nonostante questa sfida esistenziale, i villaggi sono sopravvissuti.
La reazione alle storture della società industriale di massa, sviluppatasi in Inghilterra a partire dalla metà del 1800 sotto la spinta del movimento Romantico inglese, portò ad un progressiva riscoperta del ruolo della campagna e, conseguentemente, anche dei villaggi.
Negli ultimi 30 anni, i villaggi sono diventati uno dei luoghi più ambiti ed esclusivi in cui vivere in Inghilterra.

La struttura dei villaggi inglesi oggi
La struttura tipica della maggior parte dei villaggi inglesi rimane oggi quella stabilita nell’alto Medioevo.
Questo significa che gli elementi distintivi di tantissimi villaggi inglesi moderni sono fondamentalmente gli stessi di mille anni fa.
Ecco alcuni esempi che si ripetono in gran parte dei villaggi :
Il village green, erede in forma ridotta della common land o common (terra comune). Questa porzione di terra, aperta all’uso collettivo, rappresentava fin dal periodo anglosassone il luogo comune utilizzato dagli abitanti del villaggio per pascolare le greggi, organizzare incontri e le famose Feste del Villaggio (Village Fete) in voga ancora oggi. Tanto importante era questa presenza che, in molti casi, la struttura stessa del villaggio si è sviluppata e continua a ruotare ancora oggi attorno al village green, ed è a volte accompagnata dalla presenza di uno o più laghetti pubblici, chiamati ponds.
Le Manor House, dimora del Lord of the Manor, il signore locale. Moltissimi villaggi inglesi hanno una Manor House, più o meno grande e maestosa a seconda dell’importanza delle famiglie che, nei secoli, hanno esercitato un ruolo egemone nella gerarchia sociale locale.
Oggi queste residenze sono in gran parte abitazioni private ma spesso sono visitabili.
La Manor House del nostro villaggio, chiamata Chawton House, è un tipico esempio di residenza Elisabettiana (cioè costruita all’epoca della Regina Elisabetta I nella seconda metà del 1500) ed è particolarmente interessante perché, a cavallo tra il 1700 e il 1800, fu di proprietà di Edward Austen Knight, il fratello della famosa scrittrice Jane Austen. Edward ereditò l’intero patrimonio di cui Chawton House e il villaggio di Chawton erano parte quasi per caso, in quanto unico erede vivente della famiglia Knight.
Chawton House, e la casa/museo di Jane Austen, oggi entrambe gestite da fondazioni, sono a poche decine di metri dal mio cottage e meritano sicuramente una visita.

La chiesa parrocchiale (parish church) è stata per secoli il fulcro di ogni villaggio inglese. Come ricordato prima, un villaggio senza chiesa non è un villaggio, e questo criterio generale si ripete ovunque in Inghilterra. Proprio per questo legame indissolubile, che risale alle origini del concetto stesso di villaggio, le chiese dei villaggi inglesi sono in gran parte molto vecchie: alcune risalgono addirittura al periodo anglosassone o normanno, e sono quasi sempre affascinanti.
Quando giro alla scoperta di nuovi villaggi, non manco di visitare la locale parish church e solitamente non resto mai delusa. Entrare in edifici silenziosi che risalgono al 1200, 1100 o addirittura al 900 (non 1900…proprio 900!), circondati dai loro caratteristici cimiteri di campagna con lapidi di pietra consumata e scritte ormai illeggibili, fa un effetto incredibile e mi trasmette ogni volta sensazioni molto forti al di là dell'aspetto religioso.

Quanti sono i villaggi in UK?
In Inghilterra e tutto il Regno Unito ci sono migliaia di villaggi e questo modello di insediamento sociale così antico non è solo vivo e vegeto, ma sempre più ambito da molti inglesi.
Secondo l’Office for National Statistics (l’ISTAT UK), circa 9,7 milioni di persone vivevano in zone rurali in Inghilterra nel 2020, circa il 17% della popolazione totale, un 6% in più rispetto al 2010.
Nel sud dell’Inghilterra, dal Kent nel Sud Est, alla Cornovaglia nel Sud Ovest, c’è una sola città con più di 300 mila abitanti (Bristol, con circa 425 mila abitanti nel 2021) e 15 città con più 100 mila abitanti – il resto della popolazione, circa 12 milioni di persone in totale se non si conta l’area metropolitana di Londra, vive sparpagliato tra tante cittadine (towns) con popolazione tra 20 e 90 mila abitanti, e migliaia di villaggi, che contano spesso poche centinaia o addirittura poche decine di abitanti.
Anche i prezzi delle case riflettono questa tendenza.
Secondo il Times, a parità di numero di stanze e caratteristiche, una casa in campagna in Inghilterra, soprattutto se ubicata in un villaggio, costa in media il 18% in più che in un’area urbana.

Questo raffronto non comprende Londra, ovviamente, anche se molte zone rurali delle contee più ricche ed esclusive del Sud Est inglese come Surrey, West Sussex, Hampshire, Oxfordshire e Buckinghamshire hanno ormai prezzi comparabili, se non addirittura superiori, a quelli di molti quartieri di prestigio della capitale.
Insomma, per il privilegio di vivere in un villaggio e godere della tranquillità, esclusività e forte senso di comunità che queste piccole realtà offrono, è necessario pagare un sovrapprezzo, che aumenta significativamente se il villaggio è all’interno di un Parco Nazionale, di un’Area di Eccezionale Bellezza Naturale (Area of Outstanding Natural Beauty) o di una Conservation Area (Area di Pregio Storico o Architettonico).
Non è un caso, dunque, se la ‘fuga in campagna’ è il sogno nascosto, anche se spesso difficile da realizzare, di tanti inglesi.
Le ragioni del rapporto d’amore tra gli inglesi e la campagna sono approfondite nel mio blog ‘Da dove nasce l'amore degli inglesi per la campagna?’, che vi invito a leggere perché aiuta a capire meglio e a contestualizzare molti punti citati in questo articolo.
Un po’ di curiosità...
Il villaggio più elevato in Inghilterra è Flash. Si trova nel Parco Nazionale del Peak District, nelle MIdlands inglesi, a 463 metri sul livello del mare. Non è molto per gli standard italiani e continentali, ma l’Inghilterra è una nazione prevalentemente piatta...
Riggs More, ubicato nel bellissimo Parco Nazionale degli Yorkshire Dales, nel Nord Est del paese, è invece il villaggio più isolato d’Inghilterra. La strada più vicina (un viottolo di campagna in realtà…) è a 2,4 miglia (cioè quasi 4 km…) e la strada principale ad addirittura 6 miglia (circa 10 km!). Gli abitanti di Riggs More amano sicuramente camminare…
Infine: Castle Combe e Bibury, le due perle dei Cotswolds, si contendono di solito il titolo di villaggio più bello e pittoresco in Inghilterra, anche se queste classifiche sono spesso molto soggettive.
Altri candidati a questo ambito trofeo sono, per me, Turville nelle Chiltern Hills, Amberley in West Sussex, Lower Slaughter e Stanton nei Cotswolds e, naturalmente, il mio Chawton in Hampshire!



Insomma, non vi viene voglia di andare a visitare un bel villaggio della campagna inglese?
A voi piacerebbe vivere in un villaggio inglese? E quali aspetti di queste realtà così pittoresche vi incuriosiscono di più?
Fatemelo sapere nei commenti!
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